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Amici di ItinerarioLibero, in questo video andiamo in uno dei luoghi più affascinanti d’Italia, la cui storia è triste ma anche piena di misteri e leggende, siamo in Trentino Alto Adige in alta Val Venosta, precisamente a Curon, sul Lago di Resia, dalle cui acque emerge il campanile dell’antico paese di Curon. Era il 1950 quando dopo la realizzazione di una diga, l’intero paese di Curon, venne invaso dalle acque del nuovo bacino artificiale che si stava formando. Gli abitanti della valle, che parlavano solo tedesco, vennero informati della costruzione della diga e della distruzione di Curon con delle affissioni in lingua italiana che passarono del tutto inosservate. Dopo una settimana il commissario arrivò alla conclusione che non fossero state sollevate obiezioni: il progetto poteva andare avanti. Fu così che i 700 abitanti di Curon furono costretti ad abbandonare le loro case, le loro attività e la loro storia. I 163 edifici del paese furono fatti saltare ad uno ad uno con l’esplosivo, la vecchia Curon venne completamente rasa al suolo, compresa la chiesa di Santa Caterina, rimase in piedi solo il campanile romanico risalente al trecento, perchè, pare, sotto la tutela dei beni culturali, le sue origini infatti risalgono alle popolazioni celtiche che abitavano questi luoghi in epoca pre-romana.

Molte leggende sono nate attorno a Curon, la più famosa riguarda i rintocchi delle campane che si sentirebbero nelle notti d’inverno, nonostante queste ultime siano state rimosse il 18 luglio del 1950, poco prima dell’allagamento. Secondo la leggenda, il suono delle campane sarebbe presagio di sventura per chi le ascolta.

Ma a Curon si parla anche di maledizione, nella sua storia infatti, non a caso ci sono stati episodi che hanno alimentato superstizioni di questo tipo, uno fra tutti il drammatico incidente avvenuto nel 1951, appena un anno dopo la distruzione del vecchio paese. Nell’agosto di quell’anno, un autobus di linea cadde nel lago affondando rapidamente, alla tragedia, che costò la vita all’autista e 22 passeggeri, tra cui 5 bambini, solo una donna riuscì a sopravvivere, uscendo da un finestrino mentre l’autobus s’inabissava, i suoi racconti parlano di madri che abbracciavano i bimbi nel breve attimo prima che il lago sopra di loro si fosse rinchiuso.

Ma Curon e il Lago di Resia non è solo mistero e leggende ma anche, soprattutto, un luogo turistico molto bello ed apprezzato, noi abbiamo sostato al Camping Thoni, piccolo, molto accogliente e a gestione familiare, con tutto quello che serve, alle seguenti coordinate: N 46.769899, E 10.532573
Il giorno dopo prendiamo le bici e decidiamo di percorrere una piccola parte degli 80 km della bella pista ciclabile che dal Passo Resia scende fino a Merano, noi siamo arrivati solo fino a Glorenza passando per Burgusio, e Malles. Per chi vuole farsela tutta, fino a Merano, sappiate che poi da Merano si può tornare in treno caricando anche le bici. Durante la nostra pedalata in bici, a Burgusio ci siamo fermati, e abbiamo proseguito a piedi lungo il sentiero che in 20 minuti porta fino all’Abbazia di Monte Maria.

L’abbazia Benedettina di Monte Maria sorge a 1340 mt di altitudine, e questo la rende l’abbazia più alta d’Europa. La sua costruzione, simile ad una fortezza, risale al XII secolo. 
Al giorno d’oggi, 11 monaci vivono nell’Abbazia Benedettina più alta d’Europa, secondo le regole di San Benedetto da Norcia. La chiesa dell’abbazia è una chiesa romanica a tre navate dedicata alla Vergine Maria, fu trasformata in stile barocco nel 1600. All’interno della chiesa si possono ammirare statue e il grande organo.

Finita la visita all’abbazia, scendiamo e ci rimettiamo in sella alle nostre bici per proseguire la nostra pedalata lungo la pista ciclabile della Val Venosta che ci regala bellissimi e rilassanti paesaggi. 
Arriviamo a Glorenza, la più piccola città dell’Alto Adige, che incanta i visitatori con la sua atmosfera medievale, molto caratteristica è la sua cinta muraria perfettamente conservata.

All’indomani ci svegliamo e facciamo una ricca colazione, ci serviranno molte energie, la giornata prevede uno spostamento in bici di qualche chilometro fino a Resia, oltrepassiamo la famosa diga di cui tutti voi ora sapete la storia, e successivamente, una camminata fino al Pian dei Morti.
Il percorso a piedi passa dalla sorgente del fiume Adige, regalandoci un panorama bellissimo sul Lago di Resia, e da alcuni bunker della seconda guerra mondiale, siamo a 1550 metri

Proseguendo a piedi lungo la strada sterrata, prima, e poi lungo un sentiero, dopo circa due ore dalla frazione di Resia, si raggiungono i 2050 metri del Pian dei Morti.
Nella zona sono disseminati vari bunker della seconda guerra mondiale ed uno sbarramento anticarro, testimonianza suggestiva delle misure adottate durante la guerra, siamo al confine con l’Austria.

Proseguendo, si raggiunge il punto panoramico sul Lago di Resia da dove si arriva a vedere anche il Lago della Muta, solo questo panorama vale la fatica fatta per arrivare fino a qui.
In totale il percorso ha un dislivello di 600 metri ed una lunghezza di circa 7 chilometri, percorribili tranquillamente in circa 3 ore e mezza.

Guarda il video dal viaggio

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